Elvira Notari, nata Elvira Coda a Salerno il 10 febbraio 1875, è stata una delle figure più straordinarie della storia del cinema italiano, nonché una delle prime donne registe nel mondo.
Grazie alle prime esperienze nei teatri di Napoli, apprese una solida base artistica e narrativa. Fu proprio a Napoli che incontrò Nicola Notari, un fotografo e pittore. I due si sposarono e divennero una coppia inseparabile sia nella vita privata che professionale.
Nel 1906, Elvira e Nicola fondarono insieme la Films Dora (poi Dora Film), una delle prime case di produzione cinematografica in Italia. La Dora Film produsse oltre 60 lungometraggi e centinaia di documentari e cortometraggi.
Eliva Notari si distinse per l’approccio neorealista, in anticipo di almeno cinquant’anni rispetto al cinema italiano, utilizzando attori non professionisti e catturando l’autenticità della vita napoletana. Ma i contenuti realistici, a tratti scabrosi, non furono mai molto amati dalla critica e attirarono le censure del regime fascista.
Tra i suoi lavori più celebri si annoverano “È piccerella” (1922), “La madre” (1920) e “Carmela, la sartina di Montesanto” (1916). I suoi film esploravano temi sociali e morali, affrontando le ingiustizie e le difficoltà della vita, con un interesse spesso rivolto alla figura femminile che le valse l’appellativo di “regista femminista”. In realtà, l’emancipazione della figura femminile si completa – sotto forma di adulterio o omicidio – solo in alcune pellicole, non tutte, con molte protagoniste che, in fuga dalla triste condizione d’origine, tornano spesso al punto di partenza.
Elvira Notari si ritirò dal mondo del cinema intorno al 1930 ed il marito trasformò la Dora Film in una casa di distribuzione. Morì il 17 dicembre 1946, lasciando un contributo fondamentale come una delle prime e più importanti registe donne della storia.