Je m’appelle Morando
- Regia: Daniele Segre
- Anno di produzione: 2010
- Soggetto: Daniele Segre
- Sceneggiatura: Daniele Segre
- Fotografia:
- Operatore alla macchina: Emanuele Segre
- Scenografia:
- Costumi:
- Montaggio: Daniele Segre, Maria Teresa Soldoni
- Musica: Emanuele Segre
- Direttore di produzione: Matteo Passerini, Maria Teresa Soldoni

Sinossi
Girato tra il 2004 e il 2010 a Levanto e a Milano, il film documentario è un gioco intellettuale tra due amici che condividono lo passione per il cinema e ne hanno fatto un lavoro per la vita.
Daniele Segre ritrae Morando Morondini nei luoghi a lui più familiari, nel silenzio dello studio di Milano e del giardino di Levanto – immerso nella carta e nei libri – e tra le strade della cittadina ligure, dove il critico scambiò battute e opinioni con l'amico regista. A fare da contrappunto al racconto filmico, il suono della sua vecchia macchina da scrivere,
inseparabile strumento del suo lavoro di fronte a cui si "isola" dal resto del mondo.
Le lettere dell'alfabeto aprono varchi attraverso cui Morandini racconta lo sua storia di critico e giornalista cinematografico, le amicizie, i suoi punti di vista sul cinema, la politica e più di tutto l'amore della sua vita, lo moglie Laura. Il critico gioca anche con i decenni cinematografici, scegliendo per ciascuno un solo film, quasi come se stesse sfogliando le pagine de "il Morandini", il suo Dizionario dei Film edito da Zanichelli. Tra i titoli scelti non può mancare Les Enfants du paradis (1945) di Marcel Carnè, la cui celebre battuta della protagonista «Je m' oppelle Garance> diventa motivo per giocare nuovamente con le parole e identificarsi con un'idea di cinema autoriale, romantica e rigorosa.